Il sole è caldo e splendente nel cielo. L’aria tempestata di voci di bambini schiamazzanti, risate cristalline e urla di gioia. Ogni tanto però questa gioia viene interrotta da un “ahi”. Tra i giochi così movimentati qualche bambino finisce ruzzoloni sull’erba. Una sbucciatura sul ginocchio, qualche graffio qua e là, ma niente di serio.
Elena gioca a rincorrere Arianna “ti prendo, attenta a te che sto arrivando”... ma dopo poco boom, Arianna finisce in terra... patapoom... anche Elena la segue a ruota... proprio nello stesso punto, vicino a quel cespuglio ai margini del cortile.
Sembra quasi una coincidenza ma... corre Alessandro e “ooooooooooohhhhhhhhhh” con un grande scivolone finisce lungo lungo per terra. Lo stesso succede anche a Francesco e Giovanni. Ma possibile che tutti sono così sbadati da cadere? E tutti proprio lì?
Elena seguita da tutti gli altri decide di non passare più di là; che ci sia qualcosa di strano è certo ma non sapendo cos’è, meglio starci alla larga.
Il problema è che nemmeno questo risolve la questione perchè le cadute continuano ad esserci anche se dall’altro lato del cortile. Guardando e riguardando vicino al cespuglio non si vede niente di strano o sporgente che possa fare inciampare i bambini, eppure si vedono continuamente bambini venir giù come birilli del bowling. E dopo è tutto un singhiozzare e lamentarsi.
“Basta!” è il coro unanime dei bambini, “questa situazione deve finire”.
E si dirigono verso le maestre.
Loro li stanno ad ascoltare attentamente, ma non prendono molto sul serio la storia che ci sia qualcosa di misterioso e difatti li liquidano con un “ma no dai.. sarà che siete sempre molto distratti, state più attenti e vedrete che non succederà più niente”.
E si dirigono verso le maestre.
Loro li stanno ad ascoltare attentamente, ma non prendono molto sul serio la storia che ci sia qualcosa di misterioso e difatti li liquidano con un “ma no dai.. sarà che siete sempre molto distratti, state più attenti e vedrete che non succederà più niente”.
I bambini però sanno che non è per quello che si verificano tutte quelle cadute e devono assolutamente trovare qualcuno che li ascolti davvero e risolva il problema.
Pensa che ti ripensa Elena ha un’illuminazione: “Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima... io conosco chi ci può aiutare: è Zia Mia!”
“Zia Mia? E chi è?”
“E’ la persona che fa per noi, fidatevi!”.
“Zia Mia? E chi è?”
“E’ la persona che fa per noi, fidatevi!”.
Non avendo altre alternative i bambini accettano di buon grado l’intervento di questa Zia Mia.
In men che non si dica, appena Elena la chiama, ecco che arriva Zia Mia. Si fa spiegare tutto per filo e per segno mentre durante il racconto con smorfie buffe del viso e cenni della testa ascolta tutto attentamente.
Alla fine si illumina ed esclama: “Ho capito tutto, abbiate fiducia in me. Risolverò la questione”. E scappa dietro al cespuglio.
Alla fine si illumina ed esclama: “Ho capito tutto, abbiate fiducia in me. Risolverò la questione”. E scappa dietro al cespuglio.
Si sentono bisbigli e movimenti di foglie, Zia Mia è praticamente dentro al cespuglio intenta in una specie di lotta. Volano foglie e gemiti... cosa sarà?
Con i capelli arruffati, eccola uscire dal cespuglio dicendo: “da adesso in poi non accadrà più nulla di spiacevole per voi bambini, anzi se vorrete potrete avere un amico in più!”
Con i capelli arruffati, eccola uscire dal cespuglio dicendo: “da adesso in poi non accadrà più nulla di spiacevole per voi bambini, anzi se vorrete potrete avere un amico in più!”
“????????”
Tutti i bambini guardano Zia Mia con aria interrogativa e allora lei inizia a spiegare indicando la mano destra intenta a tenere appesa qualcosa.
“Vedete questo furbetto? E’ lui il colpevole!”
“Ma Zia Mia quale furbetto? qui non c’è nessuno”
“Ah già che sbadata, voi non potete vederlo, è Zac un folletto birichino che annoiato dal suo mondo ha deciso di venire qui per divertirsi. Io lo conosco da tempo perchè ci siamo già incontrati, ma non avrei mai pensato che per divertirsi avrebbe fatto del male a dei bambini. Adesso però è pentito, si scusa e vorrebbe chiedervi di diventare suoi amici. Voi che ne dite?”.
I bambini ci pensano un po’ su, si consultano e poi all’unanimità e con grida di entusiasmo "SIIIIIIIIIIII" decidono di adottare Zac come loro amico.
Da allora niente più cadute accidentali, niente più dispetti da parte di Zac che insieme a quei bambini impara nuovi giochi per scacciare la noia e cerca anche di aiutarli se sono in difficoltà.
Le maestre ancora si chiedono come faccia la palla incastrata tra i rami degli alberi a cadere giù dopo che i bimbi dicano ZAC.. che sia una parola magica? Per le maestre tutto questo rimarrà un mistero...
BELLISSIMA l'ho letta tutto d'un fiato perchè ero curiosa di scoprire il mistero ;)))
RispondiEliminaTante serene giornate
nonnAnna
a dir poco ...fantastica!
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